La controversia riguarda la “classica” questione dell’anatocismo bancario in sede di opposizione a decreto ingiuntivo.
Il rapporto di conto corrente è piuttosto datato (del 1994) e la Banca, a fronte della nostra iniziale eccezione sul difetto di prova dell’assunto credito azionato, produce solo parzialmente gli estratti conto.
Viene espletata CTU che dà appunto conto della incompletezza degli estratti. Pertanto, rileviamo e contestiamo che nel rapporto dare-avere tra correntista e Istituto bancario ove la documentazione prodotta - come in tal caso - risulti incompleta nei periodi intermedi il CTU debba tener conto esclusivamente dei periodi documentati e, qualora l’estratto conto iniziale del periodo documentato (preceduto da un periodo non documentato) rechi saldo negativo, debba applicare il saldo zero, escludendo quindi l’eventuale peggioramento del saldo formatosi nel periodo non documentato mentre, qualora, invece, l’estratto conto iniziale del periodo documentato (preceduto da un periodo non documentato) rechi saldo positivo, mantenga il saldo indicato. Al contempo, chiediamo che il Giudice disponga una integrazione di CTU partendo nel conteggio, per il primo estratto conto in atti - che è a debito del correntista -, da un saldo zero.
E tale nostra istanza trova la condivisione del Giudice del Tribunale di Pisa, Dott.ssa Iolanda Golia, che dopo aver rilevato che in effetti “si applica il c.d. principio del saldo zero nel caso in cui la Banca domandi il pagamento del saldo risultante da una serie continua di estratti conto e il primo di essi porti un saldo negativo per il correntista e, quindi, a credito per la banca attrice (ex multis Cass. 13258/2017; Cass. Cass. 11543/2019; Cass. 2435 del 2020)”, dispone che il CTU “Ricostruisca il CTU il rapporto dare-avere tra le parti partendo dall’estratto conto del 1.1.2004 a saldo zero”.